La Fatina al Teatro Pane e Mate
Il Teatro Pane e Mate ha trasferito, nel periodo natalizio, la sua base performante alla Casa della Memoria di Milano (zona Isola). La Fatina l’ha visitata ed è tornata a vedere “La disfatta di Roncisvalle”. Ecco le sue impressioni!
Il percorso emozionale: ieri, oggi e domani
Quando arrivi vedi un portone in legno chiaro chiuso, ma la cosa bella è che è un portone chiuso che non vede l’ora di aprirsi per farti entrare. Ecco il portone si apre e meraviglia delle meraviglie c’è una giostra, una giostra con cavalli in legno, velieri e animali tutti in legno. Vicino al perno centrale c’è un trono. Mentre gira i paesaggi cambiano continuamente e non vorresti più scendere.
Da lì si passa a un mondo sonoro, con canne di bambù e se avvicini l’orecchio a quelle centrali, puoi ascoltare suoni e voci. Poi via, cambia nuovamente lo scenario. Alzando lo sguardo vedi tanti uccelli e a lato della stanza una piscina con della sabbia. Immergere le mani è bellissimo. Poi ecco che, svolazzanti qua e là, ci sono disegni e desideri lasciati dai bambini, ma anche non bambini, di passaggio in questo mondo incantato.
Un viaggio carico di emozioni dal quale non volevo assolutamente uscire.
La disfatta di Roncisvalle
La Fatina al Teatro Pane e Mate seconda visita, allora partiamo dall’allestimento de “La disfatta di Roncisvalle“: un palco al primo impatto rivestito di broccato rosso e contornato da una passamaneria dorata a frange, stile ‘700. Ma… sorpresa il palco è un divisorio dal quale spuntano dei pupi rappresentanti paladini con abiti e pennacchi di colori abbinati, spade e scudi scintillanti. Ogni tanto viene ruotato e al suo interno si vedono raffigurati i paladini sia quelli di Carlo Magno che i Saladini. Questo cambio di scena avviene più volte durante lo spettacolo. La storia e la rappresentazione sono travolgenti e commoventi.
I due strepitosi artisti, Salvatore Fiorini e Gianni Parodi, si esibiscono recitando brani di alto livello ma in modo comprensibile a tutti. Muovono i loro pupi, le loro marionette il loro spettacolare orso, con grazia, quasi a passo di danza. La battaglia è cruenta ma Salvatore, Gianni e l’orso riescono con la loro dolcezza a tranquillizzare gli animi. L’orso è meraviglioso, ti viene voglia di abbracciarlo e coccolarlo; Gianni lo anima e gli parla con modi gentili, quasi lo protegga dal male che il racconto della battaglia porta con sé. In scena Gianni suona dei curiosi strumenti spagnoli antichi portando ulteriore magia al tutto.
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foto di www.fabioricci.it