In un sogno alla Scala per Renata Scotto che racconta Giacomo Puccini
Emozione, emozione mista a ricordi mista a gratitudine verso chi della mia famiglia mi ha trasmesso la passione per l’opera. Zia Giusy ti sarò grata per sempre. Così come sarò grata a Fabio che questa sera mi ha portata, a sorpresa, a una conferenza stampa nel foijè del Tempio della Musica, al Teatro alla Scala di Milano. Conferenza di presentazione del documentario di Classica HD dal titolo: “Giacomo Puccini e Renata Scotto”.
Lacrime di gioia
Mentre scrivo mi scendono lacrime di gioia per essermi seduta lì proprio accanto al busto di Giacomo Puccini, in quel luogo ricco di specchi, dove chissà quante icone della musica si sono specchiate dove non ho avuto il coraggio di specchiarmi; poltrone di broccato dorato e un parquet lucido che piedi di artisti geniali hanno calpestato. Quei lampadari, quei luminosi lampadari che mi hanno catapultata nei miei anni in cui da ragazzina sognavo di vivere in palazzi e di indossare abiti meravigliosi con tessuti preziosi, ammirata mentre suonavo al pianoforte al lume di mille candele.
Immersa in questi turbinii di emozioni ecco che inizia il Documentario.
Un documentario con grandi insegnamenti
Vedere e ascoltare gli insegnamenti della grande cantante del novecento Renata Scotto non ha eguali. Mentre raccontava delle sue interpretazioni e la sua cultura operistica e musicale immensa, lei era quelle donne. Dai suoi occhi, dalla sua gestualità non vedevo la donna Renata ma Mimì, Musetta, Tosca, Madama Butterfly. Tra i tanti insegnamenti che ha regalato, ha detto riguardo i silenzi: ‘i silenzi nell’opera di Puccini sono forse più importanti quasi delle note’. Mi ha aperto mente e cuore. Mi ha rimandata agli insegnamenti della signora Mauriello che mi diceva: ‘ascolta ogni singola nota, il modo che le tue dita premono sui tasti cambiano il significato e l’emozione che esprimono, così come i silenzi’.
Che grande voce!
Con continui brividi e lacrimucce represse e non ho potuto assistere alle interpretazioni più significative dell’artista. In una di queste, in modo particolare nella Boheme, ho potuto godere del duetto tra la signora Scotto e il grande Pavarotti.
Il museo della Scala
Le sorprese non erano finite. Ho potuto vistare il Museo della Scala. Tenere a bada il cuore è stato assai difficile perché entrando i ricordi sono affiorati: la prima volta l’ho visitato da bambina con i miei genitori e poi altre due volte. Oltre alle sale meravigliose ricche di ogni meraviglia musicale, in questo periodo c’è anche la mostra dedicata a Zeffirelli quindi degli abiti di scena indossati durante i suoi spettacoli. Che meraviglia, abiti lavorati minuziosamente con gioielli e accessori di grande fattura.
Tra i tanti ricordi… Emilia
Poi mi giro e leggo la scritta Biblioteca: occhi pieni di lacrime perché ho ricordato il momento in cui sono entrata. Mi aveva portata la mia amica Emilia Maurizi. Grande tristezza perché ho scoperto in un modo particolare, come tutto ciò che mi accade nella vita, che purtroppo è morta nel 2014, senza più esserci viste e sentite. Osservare i volti dei grandi artisti che si sono succeduti e gli strumenti musicali suonati mi ha portata a respirare con l’anima, come sospesa in un un pentagramma immaginario.
Grazie Musica
Questa sera ho provato il senso di immenso e di infinito che la grande Musica e la Musica in generale è.